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Arte Urbana. La Parola ai protagonisti: PopUp Studio

Nella mia fase di documentazione e studio sulla Street Art, ho esaminato con attenzione il panorama italiano e ho trovato tante organizzazioni che a vario titolo si occupano di Arte Urbana,

tra queste mi ha molto colpito PopUp Studio.

PopUp Studio è un team di creativi che si occupa di progettazione integrata, si trova a Osimo, nelle Marche, e realizza interventi di arte contemporanea urbana, riqualificando luoghi e architetture esistenti. I progetti da loro realizzati hanno un forte impatto estetico, culturale e sociale.

Decido di contattarli per chiedergli un’intervista.

Monica Caputo, architetto, project manager e responsabile della direzione artistica dello studio, accoglie la mia richiesta.

Approfittiamo della pausa pranzo per una video-chiamata.

Monica appare sul mio monitor con lo sguardo incorniciato da una spessa montatura nera e un gran sorriso. Nella sua voce c’è tutta la decisione e l’entusiasmo di chi con grande professionalità ogni giorno fa il suo lavoro con passione.

Fatte le presentazioni di rito, cominciamo l’intervista.

Da dove nasce l’idea di PopUp Studio e il legame con l’Arte Urbana?

Il nostro progetto nasce da una grande passione, dall’amore per tutto ciò che è arte e bellezza. Per noi l’Arte si identifica con dei contenuti di valore, con un messaggio e una visione da trasmettere al pubblico.

L’Arte è il driver di un cambiamento. In alcuni casi di una rinascita.

Volevamo che questo messaggio e l’idea che lo accompagna fossero liberi, fruibili da tutti in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Nell’Arte Urbana abbiamo trovato la realizzazione di questi nostri valori.

Quando è incominciato il vostro viaggio?

Nel 2003 abbiamo fondato il MAC (Manifestazioni Artistiche Contemporanee) e, con il bagaglio di esperienze maturate partendo da lì, siamo arrivati a dare vita nel 2008 al festival “POP UP! Arte Contemporanea nello Spazio Urbano” che ci ha consentito di accrescere le nostre esperienze nel settore dell’Arte Urbana sul territorio marchigiano.

Nel 2017 siamo stati inclusi tra le 30 imprese creative selezionate a livello nazionale dalla FONDAZIONE CARIPLO nell’ambito del progetto Innovazione Culturale, che mirava a creare start-up d’impresa culturale innovative ad alto contenuto culturale e impatto sociale.

Da lì è nato PopUp Studio, che si occupa di progettare, dirigere e realizzare interventi di arte urbana.

Così avete dato forma e sostanza al connubio Arte Urbana e riqualificazioni urbane …

Si, ma non solo. In virtù del fatto che per noi l’arte è anche un modo con cui veicolare messaggi e idee, abbiamo deciso di utilizzare il nostro bagaglio di esperienze anche per realizzare campagne di comunicazione per aziende, società ed enti.

Dalla progettazione alla realizzazione, fino alla promozione seguiamo passo passo il processo di creazione e realizzazione dei diversi progetti, proponendo soluzioni originali e diverse per ogni cliente.

Per alcuni progetti facciamo anche attività di “Community Building” ovvero realizziamo gli interventi coinvolgendo piccole o grandi comunità composte in alcuni casi da abitanti di un quartiere, in altri da ragazzi di una scuola, anziani di una RSA o anche dipendenti di un’azienda. Questo approccio da maggior valore all’opera e al contesto in cui si inserisce.

Infatti, essere coinvolti in progetti di “Community Building” è un arricchimento per tutti: sviluppa senso di appartenenza e identità, coesione e condivisione, aumenta il senso del gruppo rafforzando la motivazione delle persone. Amplia i loro orizzonti.

E il rapporto con gli artisti che fanno Arte Urbana com’è? é difficile coinvolgerli? E i committenti?

Con gli artisti si è sviluppato negli anni un rapporto di fiducia e di stima. Sappiamo che ognuno di essi è unico e ha una propria poetica e cifra stilistica. D’altronde l’Arte Urbana, come tutte le forme d’arte, è un mezzo per l’artista di esprimere propria la sensibilità, il proprio modo di percepire l’ambiente in cui lavora e di affrontare i temi che sono presenti nel progetto commissionato.

Quando dobbiamo realizzare un nuovo progetto valutiamo attentamente tutti questi aspetti e di conseguenza lo proponiamo all’artista, motivandolo in alcuni casi anche a valicare i confini che fino a quel momento si è dato. La loro disponibilità è sempre ampia, come il desiderio di accogliere ogni progetto come una nuova sfida.

I committenti sono eterogenei. Ci sono committenti più preparati, solitamente si tratta di chi lavora per enti pubblici, che arrivano con un’idea ben precisa; altri invece sono affascinati dall’idea di realizzare questa tipologia di progetti, ma hanno una conoscenza meno approfondita delle tecniche e modalità, per questo si lasciano guidare di più. C’è chi richiede un lavoro più figurativo, altri più astratto; in ogni caso va valutato sempre e comunque il contesto, l’ambiente in cui l’opera va inserita. L’opera è sempre site-specific, ovvero progettata e realizzata ad hoc per il contesto in cui si inserisce.

Mi descrivi uno dei vostri progetti di Riqualificazione Urbana con il driver dell’Arte Urbana?

Mi viene in mente il restyling della funicolare “Tiramisù” ad Osimo nel 2022 che collega il centro storico e la parte sud della città. Un intervento commissionato dal Comune di Osimo e realizzato con il sostegno di Regione Marche, Osimo Servizi, Astea Energia e Caparol Italia.

Si è trattato di un lavoro complesso: si è lavorato prima sulla predisposizione dei supporti in cemento armato faccia a vista, poi si è realizzato un recupero estetico volto a valorizzare l’architettura decostruttivista della hall della funicolare attraverso l’Arte Urbana, oltre a progettare un uso sapiente delle luci.

L’artista che ci ha accompagnati in questo progetto è stato Moneyless, uno degli esponenti più rappresentativi della corrente astratta dell’arte urbana a livello internazionale.
L’opera pittorica di Moneyless, che ricopre i 300 mq della superficie della hall della funicolare, è composta da forme astratte, spirali continue e cerchi concentrici, che accompagnano i passi degli utenti della funicolare.

Da semplici viaggiatori ci si trasforma in osservatori: la purezza dei colori e delle forme geometriche che appaiono susseguirsi come in una danza, induce il passante a seguire l’itinerario restando rapito dal contesto, riflettendo sul senso dell’uomo e dell’universo.

Sentendo parlare Monica, guardando le immagini dei lavori che ha seguito e supervisionato, mi rendo conto che il sogno di PopUp Studio ad ogni progetto diventa sempre più consistente realtà.

Il nostro tempo è passato. Al momento dei saluti non posso fare altro che pensare che sono curiosa di scoprire quale sarà la loro prossima realizzazione: sono certa che ancora una volta mi affascinerà.

Nel frattempo, segno sull’agenda la data di chiusura del PopUp! Festival e della mostra PopUp Attitude (8 ottobre 2023), entrambe, curate da PopUp Studio, raccontano l’Arte Urbana nella sua storia e nella sua attualità.

Una bella occasione per vivere questa realtà artistica 😊

Ringrazio ancora Monica Caputo per la sua disponibilità e per il bel racconto che ci ha regalato.

I nostri racconti sulla Street Art/ Arte Urbana in Italia, però, non si chiudono qui…continueranno nel prossimo articolo. A presto, vi aspettiamo!

Questo è un articolo interattivo, clicca sui testi in verde presenti sulle immagini e nel testo e scoprirai di più sulle opere e sugli autori!

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