Un Bacio per l’Eternità

Un bacio. Un gesto d’amore.

Un amore incondizionato e sincero, solo questo può spingerci a baciare qualcuno.

Pensateci bene. Si bacia solo quando si ama.

Forse perché il bacio ci fa superare la nostra individualità, divenendo in quell’istante da due, uno.

Quel contatto, attraverso una superficie così piccola come le labbra, mette in moto un turbinio di emozioni e ci porta a cambiare la posizione del nostro corpo nello spazio: prima ci si protende verso l’altro e poi ci si unisce in un unico abbraccio.

Le barriere esistenti tra due persone scompaiono, il due diventa uno, le contrapposizioni si trasformano in unità.

Non esiste tempo, non esiste spazio quando si bacia…esiste solo l’eternità.

E chi meglio dell’arte può consegnare all’eternità un gesto così intimo come un bacio?

Artisti di tutti i tempi hanno trasformato materiale inerte in pura emozione rappresentando questo gesto d’amore. In un bacio persino la fredda pietra sembra diventare cosa viva.

Per questa ragione, qui di seguito, vi raccontiamo tre opere di scultura che più di ogni altre ci emozionano rappesentando un bacio.

Antonio Canova. Amore e Psiche.

Di lui Stendhal ha scritto “ha avuto il coraggio di non copiare i greci e di inventare una bellezza, come avevano fatto i greci”: queste parole ben sintetizzano l’opera di uno dei più importanti esponenti del Neoclassicismo, Antonio Canova (1757-1822), scultore ma anche pittore italiano, che tra il 1780 e il 1822 ha realizzato decine di opere per prestigiosi committenti in Europa e nel mondo.

Dei suoi capolavori fa parte anche Amore e Psiche, un gruppo scultoreo realizzato per la prima volta verso la fine del 1700 e poi redatto in più copie, oggi conservate nei musei di Louvre, New York e San Pietroburgo.

L’opera fu preceduta da un lungo periodo di studio fatto di schizzi, disegni e bozzetti in terracotta. 

La purezza assoluta del marmo, l’equilibrio delle proporzioni e l’eleganza della composizione restituiscono alla scultura quell’idea di perfezione propria del mito che racconta.

Psiche, per la quale l’oracolo ha preannunciato nozze di morte, viene strappata al suo atroce destino da Amore (Eros), che viene conquistato dalla sua bellezza. Il dio, che non vuole farsi riconoscere, la conduce in uno splendido palazzo e ogni notte si reca da lei al buio. Eros ama Psiche senza farsi mai vedere. Psiche ama Eros senza conoscere il suo volto.

Canova scolpisce l’attimo prima del bacio, quando Psiche si abbandona piena di fiducia e passione verso il suo amante sconosciuto ed Eros la cinge con le sue braccia per portarla verso le sue labbra.

Le due figure restituiscono l’idea di un amore sognante e nobile, in cui la contrapposizione tra l’umano e il divino scompare per lasciare il posto a una sensualità pura e raffinata, ben resa dai corpi dei due giovani amanti che si uniscono in un dolce reciproco abbraccio.

Auguste Rodin. Il bacio.

Quasi cento anni dopo Amore e Psiche, viene realizzato un altro gruppo scultoreo destinato a fissare nella nostra memoria l’iconografia del bacio: si tratta appunto de Il bacio, opera dello scultore francese Auguste Rodin (1840 – 1917), uno dei padri della scultura moderna.

Nel 1880 Rodin riceve l’incarico per la realizzazione di una porta decorativa da porsi all’ingresso del Musée des Arts Décoratifs di Parigi, all’epoca in fase di costruzione.

Per la creazione dell’opera Rodin si rifà all’Inferno di Dante Alighieri e traendo spunto dalle sue storie caratterizza le immagini e le figure che compongono il portale. L’opera rimarrà sempre e solo uno studio mai realizzato, tuttavia costituirà per l’artista la fucina di alcuni dei suoi capolavori più importanti.

Inizialmente concepito per lo stipite destro del portale, il gruppo scultoreo de Il bacio diventa un’opera autonoma nel 1887. Nell’idea originale, le due figure rappresentano Paolo e Francesca, i due adulteri, che Dante colloca nel quinto canto dell’Inferno.

La passione di un amore travolgente è rappresentata da Rodin attraverso il bacio intenso e avvolgente dei due amanti, i cui corpi nudi quasi si confondono l’uno nell’altro, mentre sembrano uscire dalla materia che li imprigiona, in cui è anche visibile il libro galeotto. La superficie liscia dei corpi ben definiti contrasta con la base scabra che simula la roccia: questa opposizione evidente e tangibile nella materia esalta ancora di più l’enfasi racchiusa nel bacio.

Attraverso questo uso dello scalpello, che sbozza semplicemente alcune parti e cesella in modo perfetto altre, Rodin mostra di aver interiorizzato la lezione del non finito di Michelangelo, ammirato durante il suo viaggio a Roma (1875 – 1877) .

La scultura in realtà segue ancora uno schema compositivo classico, ma la definizione dei corpi e degli atteggiamenti così veritieri e sinceri, costituisce una novità capace di scuotere gli animi e di far immergere l’osservatore in un dinamismo emotivo conturbante ed efficace.

Costantin Brancusi. Il Bacio.

Nel mondo occidentale l’avvento del Novecento mette in crisi le tecniche figurative: pittori e scultori abbandonano le raffigurazioni tradizionali per cercare nuove forme compositive che gli consentano di esprimere nel modo più completo ed efficace la loro visione del mondo in continua e veloce evoluzione.

Nasce così il Modernismo, che nella scultura ha uno dei suoi più importanti rappresentanti in Costantin Brancusi (1876-1957). Rumeno di origine e parigino di adozione, Brancusi fu guidato nella sua produzione artistica dal desiderio di rispettare la materia che scolpiva, ritenendo quest’ultima parte fondante dell’opera d’arte. Per questo motivo scolpì le sue opere direttamente, senza creare prima modelli o bozzetti. La sua tecnica rappresentò una vera e propria rivoluzione nel genere e sollecitò gli artisti del suo tempo a intagliare nella materia figure semplici, rispettando la forma del blocco originale. La materia utilizzata per queste sculture (marmo, pietra o legno) restava per lo più inalterata, per essere poi semplicemente lucidata, in modo da evidenziarne tratti e colore.

Per questo motivo non deve stupirci vedere il suo Bacio come un unico blocco di marmo, in cui si vedono appena definiti i volti dei due amanti, che baciandosi si uniscono in un solido abbraccio. Attraverso questa sua caratterizzazione,  l’opera ci restituisce un senso di forza e unità, proprio come quello espresso dalla dura pietra che la costituisce.

Il Bacio di Brancusi è un blocco di pietra calcarea, geometrico e semplice, dove prendono forma i tratti di due individui quasi speculari, solidamente cinti dalle loro stesse braccia sovrapposte.

Occhi negli occhi, labbra sulle labbra, i due esprimono l’idea di un amore indissolubile, fusione totale senza soluzione di continuità.

L’arte è piena di opere che attraverso un bacio ci raccontano un’epoca oltre che un’emozione. Non solo nella scultura, ma anche nella pittura e, con un po’ di fantasia, anche nell’architettura.

Chi pensando a un bacio non ricorda i quadri di Francesco Hayez (1791- 1882) o Gustav Klimt (1862-1918)?

Chi, passeggiando per Praga, guardando la danza di Ginger and Fred progettata da Frank Gehry, non è capace di vedere nei due edifici simili e contrapposti un bacio?

Infondo l’amore, come la bellezza, è negli occhi di chi guarda…

Tante opere rappresentano un bacio…. cercatele, scopritele! Soprattutto, oggi, come ogni altro giorno della vostra vita, prendete spunto da un’opera d’arte e baciate chi amate e vi ama, per creare il vostro momento di eternità!

Buon San Valentino

Questo è un articolo interattivo, clicca sui testi in verde presenti sulle immagini e nel testo e scoprirai di più sulle opere e sugli autori!

Immagine di copertina e immagine finale sono di Mokshini

Dedicato a Corrado

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