Siamo a New York, metropoli per eccellenza, e qui un’idea davvero innovativa ha fatto si che un’area dismessa divenisse un vero e proprio parco.
Stiamo parlando dell’High Line: una sopraelevata costruita negli anni ’30 nel West Side di Manhattan per rimuovere il transito delle merci e per evitare che i treni urbani interferissero con il traffico cittadino e causassero incidenti a livello stradale.
Dagli anni 80, però, questa linea e le sue rotaie vengono abbandonati finchè non diviene uno dei giardini pensili più belli al mondo!
Nel 1999 Joshua David e Robert Hammond, due residenti della zona, danno vita alla fondazione «Amici della High Line»: vogliono trasformarla in uno spazio pubblico.
Il modello preso ad esempio è stato la Promenade Plantée di Parigi.
Nel 2004 Michael Bloomberg si impegna a stanziare 50 milioni di dollari per la creazione del parco. Grandi sostenitori diventano il finanziere Philip Falcone, la stilista Diane von Furstenberg, suo marito, l’imprenditore dei media Barry Diller e Andre Balazs.
Il parco viene disegnato dall’azienda newyorchese di James Corner con architetti, ingegneri e agronomi.
Cliccate qui per il progetto: http://www.fieldoperations.net/
La vegetazione prescelta, ben 210 specie, richiama le sterpaglie nate spontaneamente. Vengono riutilizzati molti materiali della vecchia linea e seguiti i principi di sostenibilità.
Il design moderno del garden è stato integrato perfettamente con la linea e le sue rotaie, tanto che i binari son rimasti lì, e senza toccare nulla sembra quasi di camminare in un quadro di Monet!
Verde e cemento si sono fusi perfettamente! Il tutto incorniciato da vista incantevole: da un lato si possono vedere gli scorci di Manhattan e la sua vita frenetica, seduti in questa oasi di pace, dall’altro lato il fiume Hudson e lo skyline del New Jersey sullo sfondo.
Un bel progetto di “Riuso” e di sostenibilità e bellezza all’ennesima potenza!
Per i più curiosi, qui trovate la storia completa scritta (in inglese) della ferrovia e qui un breve video e tutte le foto del progetto .
Scritto su Econote