L’architetto del cartone: Shigeru Ban

Può sembrare strano eppure già dagli anni 80 c’è chi ha valutato di poter costruire con il cartone. Lo dobbiamo al cosiddetto maestro del cartone pressatoShigeru Banarchitetto giapponese ritenuto uno degli innovatori nel campo dell’architettura del 21esimo secolo e conosciuto proprio per i suoi lavori innovativi di cartone riciclato.

Il suo elemento principale è il tubo di cartone, che si trasforma in pilastro e trave all’occorrenza, ritenendolo un elemento  di facile reperibilità ed economico, ma principalmente altamente statico.

Riciclo e tutela dell’ambiente sono i capisaldi del lavoro di questo architetto. La tecnica costruttiva è rappresentata dalle varie fasi: la carta riciclata è avvolta con dei collanti naturali attorno ad un tubo di alluminio;una volta seccato il rivestimento cartaceo, il tubo realizzato con la carta si sfila e viene trattato con cera per essere impermeabilizzato e diventare idrorepellente e ignifugo.

La sua più grande occasione è stata quella di sperimentare, nel 1995, la costruzione di nuove case(realizzate dopo un terremoto che ha devastato la città di Kobe in Giappone) con confezioni per imballaggio della birra legate tra loro con sacchi di sabbia. Le costruzioni avevano muri fatti di tubi dal diametro di 106 mm e spessi 4 mm, mentre i tetti realizzati con tende. Inoltre la struttura è stata isolata con una spugna resistente all’acqua legata tra i tubi.

Ad Hannover in Germania per l’Expo 2000 Shigeru Ban progetta un padiglione giapponese, questa volta con tubi di cartone di lunghezza sempre più elevataresistenti all’acqua sia dentro che fuori.

Nel 2007 realizza il primo ponte di carta costruito a Remoulin in Francia.

Queste che vi ho presentato sono solo alcune delle sue opere che in realtà sono numerosissime, ma tra le più significative!

E sempre un terremoto, del 2011,  gli permette di realizzare proprio nel 2013 una delle sue più sorprendenti architetturela cattedrale provvisoria di Cardord in Nuova Zelanda. La struttura triangolare, denominata “A frame”, ha una copertura realizzata con 98 tubi di cartone pressato, 20 dei quali  arrivano fino a terra in quello che è il moderno pronao, cui se ne aggiungono altri 78 di pari diametro. Questi ultimi, lunghi 16,6 metri, si ergono su un basamento di container posti sui due lati della navata e sostengono il policarbonato opaco previsto come manto di copertura. In grado di accogliere fino a 700 fedeli, il suo utilizzo è stimato per 20 anni ma la vita utile è di 50 anni.

L’architetto ritiene che il cartone sia il materiale ideale per affrontare le emergenze poiché il suo utilizzo non convenzionale in ambito edilizio fa sì che non risenta dell’incremento del costo dei materiali da costruzione successivo a un evento catastrofico, è inoltre facilmente reperibile e trasportabile, riciclabile e molto resistente.

Scritto su Econote

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