Le città di transizione, per un mondo in cui il petrolio non c’è

Sapevate che ben più di un migliaio di comunità molto diverse in tutto il mondo (dalle città in Australia a vari quartieri in Portogallo, dalle città in Brasile alle comunità rurali in Slovenia, dalle sedi urbane in Gran Bretagna alle isole al largo della costa del Canada) stanno sviluppando un nuovo modello di sostenibilità non dipendente dal petrolio, ma caratterizzato dal concetto di resilienza? Parliamo delle città di transizione.

Le città di transizione, seguono questo esempio, già da alcuni anni, anche numerose città italiane. Ecco la mappa! La prima città ad aderire a questo movimento culturale, nato in Inghilterra è stata Monteveglio (CT).

LA NASCITA DELLE CITTA’ DI TRANSIZIONE

Le Transition Towns, nate dalle intuizioni e dal lavoro di Rob Hopkins con un progetto strategico (inizialmente solo un’esercitazione scolastica) che indicava come una piccola città avrebbe dovuto riorganizzare la propria esistenza in un mondo in cui il petrolio non fosse stato più economico e largamente disponibile. Lo studio è poi culminato nel saggio Energy Descent Action Plan. Un’approccio multidisciplinare tra energia, salute, istruzione, economia e agricoltura, messo poi in pratica da Louise Rooney, uno degli studenti di Hopkins a Kinsale Town, in Irlanda.

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